La forza delle donne per la leadership europea

Il dibattito pubblico in tutta Europa si sta deteriorando mettendo a rischio la tenuta del nostro stare insieme e del nostro modo di guardare al futuro. Solidarietà, unità, pace e libertà, diritti sociali e civili, progresso e sviluppo, uguaglianza tra donne e uomini sono il frutto dell’impegno di generazioni che hanno lottato con coraggio e sacrificato loro stesse in nome di un visionario progetto comune: l’Unione Europea. Oggi, il senso di vulnerabilità e insicurezza che caratterizza il nostro tempo nutre politici affamati di consenso ma a corto di idee e senso di responsabilità. Il linguaggio violento e sensazionalistico dei mezzi di informazione alimenta spirali di odio e rassegnazione e distoglie l’attenzione dalle questioni urgenti da affrontare:

  • contrastare le disuguaglianze sociali;
  • garantire condizioni di lavoro dignitose;
  • redistribuire i benefici del progresso tecnologico e scientifico;
  • investire nella protezione, cura e sviluppo della persona;
  • favorire una crescita economica sostenibile ed inclusiva;

La crisi economica del 2008 ha profondamente cambiato la condizione di vita di milioni di europei pregiudicando la crescita economica, la produttività e l’inclusione sociale in tutta l’Unione. L’acuirsi delle disuguaglianze sociali che ne è seguito ha marginalizzato in misura maggiore le donne, con ripercussioni gravi sulle famiglie e intere fasce della società.

L’impegno delle donne e della loro leadership può bloccare questa spirale negativa alle prossime elezioni europee di Maggio 2019. Le elezioni costituiscono un’opportunità importantissima per rilanciare il progetto europeo, per far sì che le cittadine ed i cittadini se ne riapproprino partecipandovi attivamente. Perché ciò succeda, è necessario che tutti gli aventi diritto al voto si rechino alle urne, soprattutto le donne, spesso assenti dalla scena europea. Nella storia dell’Unione europea, nessuna donna è mai stata Presidente della Commissione europea, né del Consiglio europeo, della Banca Centrale o dell’Eurogruppo. Il Parlamento europeo, dalle sue prime elezioni a suffragio universale, ha avuto solo due donne Presidenti. Ciò dimostra quanto sia ancora minoritaria e marginale la rappresentanza politica ed istituzionale delle donne nell’UE.  Ecco perché noi, donne d’Europa, dobbiamo guidare il cambiamento ed impegnarci in prima persona nel governo dell’Unione europea per rafforzare le istituzioni democratiche e la loro legittimità. Vogliamo costruire un’Altra Europa con il segno distintivo dell’identità delle donne per mantenere la nostra storia di diritti e costruire un futuro che rappresenti finalmente tutti gli europei. Realizzare un cambiamento reale e duraturo è possibile se trasformeremo la forza individuale delle donne in forza politica, mettendo così fine alla diversità operata a svantaggio delle donne.

Per questo, EWA lancia un appello a tutti i partiti europei, alle donne che in questi vi partecipano e ai governi della UE, affinché si impegnino a garantire la rappresentanza paritaria e a favorire la leadership femminile come priorità per le elezioni europee del 2019. Priorità che, per ogni partito e governo, deve tradursi, nella candidatura di donne alle cariche rappresentative ed esecutive dell’Unione europea.

È tempo per le donne di assumere responsabilità politiche e dirigenziali perché i valori della pace, della democrazia, del progresso, della crescita sostenibile e della giustizia sociale si riaffermino con forza e costituiscano l’identità di tutta l’azione futura dell’Unione.

Affinché sia possibile realizzare un’Altra Europa, EWA esorta:

  • Tutte le donne d’Europa a mobilitarsi ed a esercitare il loro diritto di voto alle prossime elezioni europee di Maggio 2019 per realizzare un cambiamento reale e duraturo e tradurre la forza individuale delle donne in forza politica;
  • I partiti politici d’Europa ad assicurare l’equilibrio di genere nella formazione delle liste elettorali;
  • Gli Stati membri ad indicare un candidato donna ed un candidato uomo per ogni posto da Commissario, affinché la composizione della Commissione europea assicuri l’equa rappresentanza di genere;
  • Gli Stati membri dell’Unione a garantire l’equilibrio di genere nel processo di rinnovo delle cariche istituzionali, assicurando la rappresentanza delle donne ai vertici delle istituzioni dell’Unione europea;
  • Gli Stati membri ad istituire un Consiglio dei Ministri per l’Eguaglianza di Genere la cui missione sia quella di garantire i diritti delle donne e le pari opportunità tra donne e uomini in Europa; nonché quella di assicurare l’applicazione dell’approccio gender mainstream a tutte le politiche dell’UE, fornendo indicatori intersezionali e valutazioni d’impatto ex-ante ed ex-post;

Sappiamo che la rappresentanza di genere non basta a rafforzare l’Unione europea. Per questo siamo impegnate a mobilitare le donne d’Europa per eradicare la marginalizzazione strutturale basata sul genere e dare vita ad un’Altra Europa fondata su:

RISORSE ECONOMICHE PER UN BILANCIO DI GENERE EUROPEO

  1. Chiediamo di stanziare un bilancio di genere nel budget dell’UE e nel Quadro Finanziario Pluriennale, volto a finanziare politiche pubbliche e programmi per contrastare le diseguaglianze economiche e sociali tra donne e uomini. I programmi nazionali di stabilità, di convergenza economica e i programmi nazionali di riforma destinati agli Stati membri, elaborati nel quadro del Semestre europeo, devono dotarsi di indicatori quantitativi e qualitativi per valutare la partecipazione delle donne all’economia, all’occupazione e alla crescita economica al fine di mettere in atto misure volte a prevenire e correggere le disuguaglianze di genere.

CONDIZIONI DI LAVORO DIGNITOSE E UN WELFARE CENTRATO SULLE PERSONE

  1. Stesso salario per lo stesso lavoro. La disparità salariale e pensionistica tra uomini e donne deve essere contrastata con una strategia europea di lungo termine volta a combattere l’abbandono professionale, la marginalizzazione delle donne nei lavori precari e a bassa retribuzione, la discontinuità professionale e la conseguente esposizione alla povertà e all’esclusione sociale. È necessario assicurare un salario minimo europeo da estendere anche alle donne e agli uomini che prestano lavoro di cura all’infanzia, agli anziani, malati e disabili.
  1. Vogliamo vedere remunerati i periodi di interruzione professionale dovuti alla prestazione del lavoro di cura famigliare e riconosciuti i diritti pensionistici derivanti dal lavoro di cura.
  1. Chiediamo sostegno alla maternità e alla paternità dei giovani, per rendere più facile la scelta di fare figli (anche nel precariato e nella disoccupazione) attraverso misure diffuse di sostegno all’infanzia e di condivisione delle responsabilità di cura. Incentivare, attraverso un ulteriore implemento dei congedi parentali universali la ripartizione della cura dei figli, vero ostacolo in tanti Paesi alla piena occupazione femminile. Vogliamo assicurare la condivisione delle responsabilità genitoriali a tutte le coppie.
  1. Vogliamo garantire la piena partecipazione delle persone alla società e all’economia e assicurare che tale diritto sia riconosciuto appieno e reso visibile nel processo decisionale dell’Unione. È necessario garantire sistemi universali di protezione sociale di elevata qualità che comprendano al loro interno regimi di reddito minimo efficaci e adeguati. L’obiettivo dei regimi di reddito minimo non è assistere, ma accompagnare i beneficiari nel passaggio da situazioni di esclusione sociale a una vita attiva, evitando così una dipendenza a lungo termine;
  1. Vogliamo impegnare gli Stati membri e l’UE nella promozione di un welfare state moderno ed efficiente che risponda ai cambiamenti dello sviluppo tecnologico e digitale. La fruizione continuata di servizi pubblici universali, centrati sulla persona, accessibili e di alta qualità a sostegno delle famiglie, dell’istruzione, della formazione, della sanità e della sostenibilità ambientale, deve concorrere a raggiungere standard elevati della qualità della vita di ciascuno, inclusione sociale, lotta alla povertà e innovazione sociale.

AUMENTARE LA PRESENZA DELLE DONNE NEI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE

  1. È tempo di aumentare il numero delle donne nei consigli delle imprese europee, fissando l’ obiettivo minimo obbligatorio del 40% di presenza del sesso sotto-rappresentato fra gli amministratori delle società quotate in Borsa. La riluttanza a nominare candidate donne nei consigli trova spesso le sue radici in una cultura imprenditoriale dominata dagli uomini e nella mancanza di trasparenza delle procedure di nomina. Questi elementi, pregiudicano il funzionamento ottimale del mercato del lavoro nell’UE per quanto riguarda i quadri dirigenti, le prestazioni delle imprese e la fiducia investitori.

INVESTIMENTO NELL’EDUCAZIONE E NELLA FOMAZIONE AFFINCHÈ TUTTE/I POSSANO BENEFICIARE DELLA TRASFORMAZIONE DIGITALE

  1. L’investimento nel capitale umano è essenziale per migliorare la qualità e la quantità dell’occupazione femminile. A partire dalla scuola dell’obbligo e durante tutta la vita professionale è necessario offrire un sistema di formazione volto a migliorare e aggiornare la qualificazione professionale delle donne e ad accompagnare la transizione in un mondo che cambia. L’alfabetizzazione finanziaria e la formazione nelle materie STEM è fondamentale a tale scopo.

INTEGRAZIONE DELLE DONNE MIGRANTI

  1. Chiediamo di stabilire un nuovo e coerente insieme di linee guida europee che tengano conto della condizione di genere da adottare all’interno di un’ampia riforma alle politiche migratorie e di asilo. Qualsiasi forma di violenza contro le donne deve costituire una valida ragione per ottenere il diritto d’asilo nei paesi della UE. Le donne rifugiate e migranti devono essere destinatarie di misure specifiche per facilitare il loro accesso all’educazione e al mercato del lavoro al fine di favorire la loro integrazione sociale, culturale ed economica.

Perché tutto ciò si realizzi, unisciti alle donne che stanno costruendo un’altra europa per tutti i suoi cittadini!

RASSEGNA STAMPA

Alessia Centioni: “Non solo diritti, si parte da soldi e potere”

Emma Bonino: “Spingere per loro leadership in europa e paesi membri”

Valeria Fedeli: “Donne devono avere spazio e potere”


Questa non è una battaglia solo per le donne,ma #AltraEuropa è un manifesto che vuole tessere alleanze anche con gli uomini.Però da donna eletta in Parlamento per la prima volta in questa legislatura mi rendo conto di quanto abbiamo bisogno che arrivino altre donne in istituzioni pic.twitter.com/MkIgWf7GlN

— Rossella Muroni (@RossellaMuroni) April 3, 2019

Ho firmato il Manifesto #AltraEuropa di @EWA_Brussels per rafforzare l’Europa attraverso il ruolo delle donne e della loro leadership. Una reale parità di genere deve vedere donne protagoniste e il primo passo è la loro mobilitazione al voto #26maggio. https://t.co/zF8LPpwgiw

— Emma Bonino (@emmabonino) March 26, 2019

@CarloCalenda e @alecentioni13 ci hanno messo le pance, @CarloCalenda ha aggiunto anche la sua firma a sostegno della leadership delle donne in Europa. Firmate adesso https://t.co/aTBZ8GbkDd se non è paritaria non è democrazia! #altraEuropa pic.twitter.com/Bzw3jd5Iir

— EWA (@EWA_Brussels) March 20, 2019